Vite da campioni

Antonio è un ragazzo di Chieti e ci racconta la sua esperienza dallo sport ad un incontro speciale.  

Ciao Antonio, tu sei uno sportivo, ci racconti qualcosa di questo aspetto della tua vita?

Ciao, sì sono uno sportivo e lo sono praticamente da quando sono nato. Ho iniziato con il nuoto, poi karate, danza, calcio e alla fine pallacanestro. Sono 15 anni che gioco a Basket: ho iniziato a San Giovanni Rotondo, un paese vicino al mio (San Marco in Lamis), dove ho giocato per 7 anni; poi ho giocato a Foggia, dove ho iniziato ad allenarmi ad un livello nazionale, giocando con una delle squadre giovanili più forti della regione e dove ho trascorso altri 3 anni. E infine Pescara e quindi Abruzzo: sono a Chieti da 5 anni dove studio CTF e continuo a fare sport con una società di Pescara; quest’anno stiamo disputando il campionato di C nazionale.

L’importanza di fare “squadra” è fondamentale, perché?

Il gioco di squadra è alla base nel nostro sport, ma più in generale nella vita. Nella mia carriera da sportivo non ci sono squadre più difficili da affrontare di quelle in cui il gruppo è forte ed unito. Ricordo la vittoria della finale provinciale contro una squadra fortissima che si allenava tutti i giorni e che conosceva perfettamente le nostre tattiche; noi, nel mese di maggio, avevamo avuto poco tempo per allenarci ma eravamo uniti, un gruppo di amici che non si limitava ad allenarsi insieme ma che condivideva la quotidianità. Vincemmo la finale nettamente. Il gioco di squadra è fondamentale, è il requisito per eccellenza che ci deve essere in una squadra di basket, di lavoro, di famiglia, di volontariato, di qualsiasi cosa per vincere e convincere. Il gioco di squadra ha una peculiarità speciale: esalta i talenti e i punti di forza di un singolo componente e ne sminuisce i punti deboli.

Due esempi concreti nella mia vita: nella mia famiglia mio padre e mia madre hanno due ruoli completamente diversi ma complementari e dipendenti l’uno dall’altro; mia mamma accoglie, custodisce la famiglia, mio padre la protegge lavorando. A ruoli invertiti sarebbe inevitabilmente un disastro.

Il gioco di squadra è fondamentale, è il requisito per eccellenza che ci deve essere in una squadra di basket, di lavoro, di famiglia, di volontariato, di qualsiasi cosa per vincere e convincere.

Il secondo esempio è proprio nella squadra di basket: ci sono giocatori che hanno un talento offensivo maggiore rispetto ad altri e altri che hanno una intensità difensiva importante. In un gruppo dove c’è gioco di squadra il giocatore con più talento offensivo è quello che viene messo in condizione, dalla squadra, di segnare; mentre quello meno propenso a difendere è quello che viene sempre aiutato dai compagni. 

Sono due casi in cui c’è gioco di squadra, c’è consapevolezza dei ruoli, e sono due sistemi vincenti.

Cosa e chi ti ha portato a frequentare Alpha?

Era una giornata calda di ottobre ed ero seduto in un giardino dell’università a pranzare con un gruppo di amici. Si avvicinarono tre ragazze e, dopo essersi presentate, ci invitarono al primo incontro Alpha; in realtà sono stato l’unico con il quale hanno parlato, gli altri amici hanno mostrato poco interesse dopo la frase ‘Sono incontri a sfondo cristiano’.

Sono due i particolari curiosi di quell’invito che ho ricevuto: la prima è immediata e riguarda il fatto che la cena era offerta da loro (aaah GESU’ quanto mi conosce, forse era l’unico modo per convincermi ahahahahaah, sono uno a cui piace il cibo); la seconda, invece, riguarda la persona che mi ha lasciato l’invito: una ragazza, Francesca, che in quel momento passò quasi inosservata, con la quale oggi sono fidanzato e condivido la quotidianità e le scelte di tutti i giorni.

Quando ripenso a quel giorno di ottobre non posso che sorridere: Gesù sapeva bene come, quando e con chi bussare alla mia porta.


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E’ cambiato qualcosa nella tua vita?

Potrei dire è cambiato tutto o non è cambiato nulla, dipende dai punti di vista.

E’ cambiato tutto nel senso che ho iniziato da quel giorno un cammino di conversione, un cammino quotidiano che non ha stravolto la mia vita ma che mi ha permesso e mi permette di crescere in pazienza, obbedienza, umiltà, sincerità; mi ha permesso e mi permette di avere più chiarezza sui progetti che Dio ha per me e fidarmi di lui ogni giorno di più. 

Spesso la parola conversione spaventa o lascia sottintendere chissà quali grandi cose o stravolgimenti nella propria vita; in realtà credo che convertirsi significa lasciarsi guidare da Dio giorno dopo giorno, nascere ogni giorno nuovi perché il giorno prima, appunto, ci siamo fidati un po’ di più. Mi piace pensare che fino all’ultimo giorno di questa vita terrena possiamo fare un passo in più, possiamo convertirci e somigliare ancor di più a Cristo. 

Non è cambiato nulla nel senso che questa conversione quotidiana, questo incontro con Gesù non ha stravolto la mia vita: quello che facevo prima continuo a farlo tutt’ora, studio, continuo ad allenarmi quasi tutti i giorni, trascorro del tempo con gli amici, quando posso viaggio; è cambiato il modo con cui mi approccio a queste cose ma ciò che c’era c’è tutt’ora.

Nascere ogni giorno nuovi perché il giorno prima ci siamo fidati un po’ di più

Sai che in molte parti del mondo fanno Alpha per gli sportivi? Credi che si possa parlare di Fede in un campo di gioco?

Non sapevo dell’alpha per gli sportivi, anzi, sarebbe bello parteciparvi. 

Credo che si possa parlare di Fede in un campo di gioco tramite valori che sono propri anche dello sport: il rispetto per l’avversario, accettare la sconfitta e complimentarsi con gli avversari perché sono stati più bravi, saper vincere senza deridere l’altra squadra.

In un incontro tra il vescovo e noi giovani sportivi si è parlato del termine convincere; è un termine che nasconde diversi significati: convincere significa fare ciò che si dice, cioè essere autentici, convincenti; convincere significa vincere insieme, cioè avere capacità di relazioni con tutti e nella vita a vincere è chi ha una relazione con Dio, chi fa di Dio il proprio capitano. Cerco di portare questo nella società sportiva in cui mi trovo e l’autenticità con cui vivo o cerco di vivere ogni giorno è molto apprezzata da tanti tifosi e componenti della società.

Vuoi aggiungere qualcosa?

Mi permetto di dare un consiglio a quei ragazzi che sono prossimi a vivere Alpha (uno inizierà a Chieti nei prossimi giorni): vivete questa esperienza cercando di non farvi influenzare dai pregiudizi che questo mondo mette in ognuno di noi; per scegliere liberamente bisogna essere liberi e il pregiudizio rende schiavi anche e purtroppo di realtà che non esistono. 

Vi abbraccio tutti, IN CRISTO. Antonio Stilla


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